Cosa si intende per saldatura?

La saldatura è il procedimento che permette l'unione fisico/chimica di due giunti mediante la fusione degli stessi, o tramite metallo d'apporto.Tale materiale può essere il materiale componente le parti stesse che vengono unite, ma può anche interessare materiale estraneo a esse, detto materiale di apporto: nel primo caso si parla di saldatura autogena (con o senza materiale d'apporto a secondo dei casi) nel secondo di saldatura eterogenea o brasatura (in cui la fusione interessa solo il materiale d'apporto). La saldatura realizza un collegamento permanente che si differenzia da altri collegamenti permanenti (ad esempio chiodatura o incollatura) che non realizzano la continuità del materiale. Con alcuni processi di saldatura autogena, qualora eseguita correttamente e secondo certi principi, viene garantita anche una continuità quasi totale nelle caratteristiche stesse del materiale delle parti unite.


Tipi di saldatura

Saldatura TIG

Il procedimento si basa su una torcia in cui è inserito l'elettrodo in tungsteno, attorno a cui fluisce il gas di protezione che, attraverso un bocchello di materiale ceramico, è portato sul bagno di fusione. L'operatore muove la torcia lungo il giunto per spostare il bagno di fusione, posizionando l'elettrodo infusibile di tungsteno ad una distanza massima di qualche millimetro e mantenendo stabile tale distanza. Si deve assolutamente evitare che l'elettrodo entri in contatto diretto con il pezzo da saldare altrimenti la bacchetta di tungsteno si "attacca" al giunto e si interrompe la saldatura. Nel caso che sia richiesto materiale d'apporto, contemporaneamente si sposta la bacchetta del materiale in modo tale da tenerla costantemente con l'estremità entro l'arco e comunque sotto la protezione del gas.

Filo Continuo

Tecnicamente, "saldatura autogena ad arco elettrico in atmosfera di gas protettivo (M.I.G. metal inert gas) più comunemente detta "filo continuo". L’utilizzo della saldatrice ad arco elettrico MIG, permette di realizzare saldature anche su spessori di metallo relativamente sottili e cordoni di saldatura privi di scorie e porosità, caratterizzate da un aspetto impeccabile.

Come per la saldatrice ad elettrodo anche qui è presente il cavo di massa (da collegare all’oggetto da saldare) e la torcia (pinza isolata impugnata dall’operatore). L’elettrodo in questo caso, è costituito da una matassa di filo alloggiato nella macchina. La pressione del pulsante presente sulla torcia mette in funzione tre meccanismi:

1) Il piccolo motore elettrico che svolge la matassa e spinge il filo attraverso un condotto fino alla torcia.
2) L’elettrovalvola che apre il condotto per fare giungere il gas protettivo alla torcia.
3) La chiusura del circuito elettrico che consente la saldatura.

Tutti e tre i meccanismi necessitano di taratura, velocità del filo, pressione d’uscita del gas protettivo, intensità di corrente.
Sul pannello frontale di queste macchine ci sono almeno due manopole, una per la velocità del filo e una per l’intensità di corrente (nelle versioni più economiche questa regolazione si limita ad un commutatore con due sole posizioni, minima e massima intensità).
Il gas protettivo ha le sue regolazioni sulla parte posteriore della saldatrice oppure sulla tubatura di raccordo saldatrice bombola.

Elettrodo Rivestito

Il procedimento a elettrodo rivestito deriva dai primi procedimenti ad arco sviluppati fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. In questi procedimenti inizialmente l'elettrodo (dello stesso tipo di materiale di quello da saldare) non era protetto, quindi si ossidava molto rapidamente e, cosa molto più grave, introduceva ossidi e altre impurità nel bagno di saldatura. Ben presto si vide che aggiungendo al materiale dell'elettrodo disossidanti si ottenevano risultati migliori, inizialmente questi disossidanti erano dentro l'elettrodo (che praticamente era un tubo contenente la polvere disossidante), ma gli sviluppi successivi mostrarono l'utilità di avere un rivestimento esternamente al materiale metallico di cui è composto l'interno.

Quando si porta l'elettrodo ad una distanza opportuna dal pezzo scocca l'arco elettrico, che fonde il materiale metallico dell'elettrodo, il rivestimento ed il metallo del pezzo che deve essere saldato. Il saldatore sposta manualmente la pinza, gestendo in tal modo il bagno di saldatura. Al termine dell'operazione il saldatore deve scalpellare la crosta (scoria) che si è formata sopra la saldatura, avente la funzione di proteggere il metallo nel corso del raffreddamento.

alla GIEFFE i nostri saldatori sono certificati e muniti di patentino europeo comprensivo di tutte le abilitazione per le saldature di cui sopra.